Katrin Di Lorenzo, Fabio Cotti – Studio Associato RiPsi

 

La coppia affettiva e la coppia genitoriale
Una coppia che si scioglie porta con sé un insieme di emozioni, comportamenti e vissuti che spesso travolge la coppia stessa.
In qualità di genitori, è necessario agire per consentire ai bambini il superamento della separazione nel modo meno traumatico possibile.
È una grande responsabilità sulle loro spalle ma sono gli unici che possono farvi fronte.
Molto spesso è difficile riuscire da soli a distinguere la coppia genitoriale da quella affettiva e rancori, rabbie e risentimenti, non adeguatamente contenuti ed elaborati, invadono la relazione con i figli: detti e non detti, battute, litigi, occhiate, tutto è colto dai bambini che si trovano immersi in un conflitto per loro inaccettabile e per il quale non hanno strumenti risolutivi se lasciati soli. La coppia affettiva (la relazione affettiva che legava i genitori) non esiste più, ma la coppia genitoriale (mamma e papà sono i genitori dei loro figli) esisterà per sempre, quindi padre e madre devono assumersi questa responsabilità e devono riuscire a comunicare tra di loro in maniera funzionale riguardo all’interesse dei propri figli.

 

Il cambiamento
Quando i genitori si separano, il mondo dei bambini/ragazzi si rompe: ciò che era normale, semplice e quotidiano scompare, lasciando il posto a dubbi, paure, angosce che riguardano aspetti e situazioni non più prevedibili; inoltre mamma e papà (elementi strutturanti e fondamentali del mondo “interno” ed esterno dei figli) ci saranno ma in modi e tempistiche differenti rispetto a quanto era abituale. Questi aspetti creano stati di profondo disequilibrio e angoscia nei figli, questi cambiamenti saranno da loro più o meno affrontabili in base all’età e alle loro competenze emotive ma anche nel migliore dei casi si tratta di alterazioni importanti della loro realtà. In nessuna separazione i figli passano senza fatica e dolore.

 

La separazione dei genitori è un lutto per i bambini
La separazione dei genitori è, come abbiamo detto, un evento traumatico per i minori che può provocare squilibri evolutivi soprattutto in situazioni conflittuali; essa può essere gestibile e superabile se affrontata in modo adeguato. Il mondo dei bambini/ragazzi si è rotto ma, con attenzione, coerenza, maturità e fatica, si può insegnare loro che il mondo può ricostruirsi, ristrutturarsi in un modo diverso da prima, ma comunque sicuro e “buono” in cui poter vivere in un modo diverso.
Questo può, se ben affrontato e gestito, divenire un insegnamento molto importante che i genitori si trovano a poter dare ai loro figli: possono insegnare loro che se, per diversi motivi (lavoro, malattia, vita personale, ecc.) nel percorso di vita possono accadere eventi gravi e negativi, si può trovare la forza e la modalità di affrontare il cambiamento, i genitori possono aiutare i figli a strutturare risorse utili ad affrontare situazioni difficili e aumentare la loro resilienza. In molti casi, moltissimi, perché ciò possa avvenire, può essere utile l’aiuto di un professionista per la gestione del conflitto della coppia e per aiutare i bambini ad esprimere i loro pensieri e vissuti interni, al fine di superare al meglio la difficile situazione.

 

Cosa dire ai bambini
È fondamentale comunicare ai bambini in modo chiaro cosa sta accadendo e cosa accadrà, in base all’età dei figli spiegare loro che esistono vari tipi di amore, alcuni possono finire come quello che legava mamma e papà e altri eterni che non finiranno mai come quello che lega genitori e figli.

 

Inoltre, è importante raccontare con chiarezza cosa accadrà: dove andrà il genitore che lascia la casa coniugale (far vedere ai bambini la nuova abitazione), quando lo potranno vedere, come la loro quotidianità sarà gestita ora (scuola, attività extrascolastiche, relazioni con i coetanei, ecc.) e tutti gli aspetti pratici che subiranno modifiche.

 

E i bambini in quale casa restano?

È bene, solitamente, che i bambini restino con il genitore collocatario nella casa in cui sono cresciuti; essa non è solo la loro abitazione a cui sono di certo affezionati, è anche e soprattutto la loro casa “interna”, un luogo dentro di loro in cui si sentono amati e al sicuro. Un eventuale cambio dovrà essere concordato e programmato rispettando questi aspetti e valutando il singolo bambino e il suo stato emotivo.

 

E’ utile presentare il nuovo/a compagno/a?

È fondamentale tenere presente che il vissuto emotivo della separazione è per i minori simile a quello di un lutto, di una perdita grave. I tempi di elaborazione necessari sono variabili e la presentazione di nuovi compagni/e dovrebbe seguire queste tempistiche; inoltre è consigliabile presentare ai figli solo figure con cui si ha seriamente la progettualità di un percorso condiviso. Anche soddisfando queste condizioni, è molto importante, nella presentazione di nuove figure, assecondare i tempi e gli spazi dei minori, non dando per scontato che ci debbano essere simpatie solo perché il genitore si trova bene con il nuovo compagno/a: il mondo neibambini e deibambini non è quello di piccoli adulti, ma segue regole ed emozioni che sono unici e propri dell’età e del singolo.

 

Se necessario, si può – e si deve – chiedere aiuto

Se i coniugi non riescono da soli a gestire la situazione conflittuale in atto, è necessario che chiedano aiuto: anche i genitori si sentono spesso confusi, tristi, rabbiosi, impauriti e, indipendentemente da colpe o responsabilità, nessuno deve sentirsi un “eroe” o un genitore sbagliato. La separazione è una situazione nuova, difficile e faticosa anche per gli adulti e chiedere aiuto non deve essere visto come segno di debolezza o incapacità, ma come un gesto responsabile nel prendersi cura di se stessi e dei propri figli; amici e persone care possono essere un punto di riferimento importante per gestire la nuova realtà, ma ciò che i bambini/ragazzi vivono al momento della separazione è un vero e proprio evento traumatico che può essere gestito attraverso l’aiuto di un esperto.

 

Pertanto, in conclusione…
Affrontare una separazione nel modo migliore per i propri figli è una sfida difficile per i genitori, si tratta di mettere da parte tutto ciò che è loro accaduto, gestire quegli aspetti ed emozioni in un luogo relazionale che sia “Altro” rispetto alla relazione con i loro figli. Saper chiedere aiuto è dimostrazione di grande responsabilità e amore verso i più piccoli. Se la famiglia come era vissuta prima si è rotta, rimarrà comunque per sempre una famiglia diversa, separata, e i genitori resteranno per sempre protagonisti della vita, degli accadimenti, delle scelte e del prendersi cura dei propri figli.

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